lunedì 17 febbraio 2014

Riflessioni: Gianmarco Romeo e le MMA nel 2013 e nel 2014.

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Romeo Gianmarco: atleta e coach


- Il tuo 2013 come atleta?

Mi ritengo soddisfatto del mio 2013 come atleta. Ho partecipato e vinto in due eventi a Roma, la prima volta da Semi Pro e la seconda volta da Pro, vincendo entrambe le volte prima del limite per Rear Naked Choke e mi sono classificato al terzo posto in serie A alla Coppa Italia Figmma.


- Il tuo 2013 come coach?

Il 2013 è stato il primo anno nel quale ho rivestito il ruolo di coach nelle competizioni. In pochi mesi ho formato un gruppo di ragazzi, dai 14 anni in su, davvero agguerrito ed affiatato. Grazie all'impegno ed alla dedizione che i ragazzi hanno mostrato, i risultati nelle competizioni dilettantistiche sono stati ottimi! Tra il Campionato Italiano e la Coppa Italia Figmma hanno portato a casa ben 4 ori, 2 argenti e 1 bronzo!


- Pensi che il mondo delle MMA in Italia si sia più evoluto o involuto durante questo 2013?

Nel 2013 ho assistito ad una importante crescita del movimento italiano delle MMA. Stanno aumentando gli eventi Pro, come ad esempio lo Storm, che si sta spostando in varie località del paese. Negli eventi Pro, cosi come nelle competizioni dilettantistiche, ho assistito ad una crescita del livello medio degli atleti e del loro numero.


- Da atleta cosa vorresti che venisse migliorato per il 2014?

Nonostante, come detto prima, gli eventi Pro siano aumentati rispetto a pochi anni fa, quello che secondo me sta ostacolando in parte la crescita degli atleti è il fatto che in alcuni eventi si tende ad escludere la partecipazione di atleti che non fanno parte di quella o quell'altra federazione o che si allenano in quel team, ecc. Per favorire la crescita degli atleti italiani e per poterli cosi proiettare negli eventi europei, i promoter italiani dovrebbero, entro le loro possibilità, dare spazio e sostenere gli atleti che meritano a prescindere dalla loro ''bandiera''.


- Da coach cosa vorresti che venisse migliorato per il 2014?

Da coach vorrei che venisse data la possibilità agli atleti dilettanti di combattere con più frequenza e quindi che ci fossero maggiori competizioni dilettantistiche. Quello che molti non capiscono o non vogliono capire è che, tranne in alcuni e rari casi di atleti che provengono con successo da altre discipline di combattimento, il percorso dilettantistico nelle MMA è indispensabile per avvicinare gli atleti in maniera graduale a questo sport. Solo se l'atleta dilettante ha successo nelle competizioni dilettantistiche ed ha già quindi una buona esperienza, può avvenire il passaggio nei Semi Pro e nei Pro in maniera corretta e si evita di assistere ad incontri, molte volte etichettati come Pro, dove in realtà si affrontano atleti che sono alla prima competizione agonista della loro vita.


- Programmi per il 2014?

Per l'anno che è iniziato non ho attualmente eventi in programma ma conto di combattere il prima possibile da Pro, cercando quest'anno di combattere con maggiore frequenza e di continuare a portare avanti con successo il mio ruolo di coach.


- Quale scegliere e perché tra la IMMAF/ITMMAF la WMMAA di Fedor?

Credo l'idea della ITMMAF sia valida, cioè formare una nazionale italiana unica, selezionando i migliori atleti di varie federazioni. Bisogna solo aspettare e vedere l'evolversi di questa situazione, che, ripeto, sulla ''carta'' sembra valida.


- In cosa noi media potremmo cambiare per migliorare l’immagine delle MMA o fare semplicemente una migliore informazione?
Nonostante le MMA abbiano poca visibilità nella Tv italiana, il lavoro fatto nei siti, blog e social network sta contribuendo a diffondere le MMA e a dare un'informazione più corretta di cosa sono. Per dare più visibilità alle MMA in Italia, credo che, oltre a parlare di UFC, bisogna sostenere ancora di più gli eventi e gli atleti italiani, incentivando le persone, non solo i praticanti o amici/parenti degli atleti, ad assistere agli eventi in Italia.


- L’arbitraggio ed i giudici sono una discussione continua, ma in pochi, tra atleti e coach sanno cosa significhi fare l’arbitro o il giudice. Credi che atleti, coach e organizzatori debbano provare tali esperienze e quanto dovrebbero essere coinvolti?
Molti atleti e, purtroppo anche coach, non conoscono bene i regolamenti di MMA, facendo confusione soprattutto tra i vari regolamenti dilettantistici e semiprofessionistici. Il passare da coach o atleta a giudice o arbitro gioverebbe sicuramente, ma in ogni caso sarebbe opportuno che i coach, prima di una competizione, dopo aver letto e soprattutto capito il regolamento di gara, lo facessero capire ai proprio atleti, ritagliando uno spazio durante o fuori dall'allenamento. Si eviterebbero cosi molte polemiche inutile durante gli incontri.

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