sabato 18 gennaio 2014

Riflessioni: Elio Bargigli e le MMA nel 2013 e nel 2014.

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Bargigli Elio: coach e organizzatore



- Il tuo 2013 come coach?

Un 2013 decisamente soddisfacente in cui ho trovato riscontro ai miei metodi di allenamento che vedono le MMA come una disciplina a se stante e non come una miscela di più arti e più stili. Una teoria che, pionieristicamente, sostengo da sempre pur andando contro le ormai anacronistiche visioni di alcuni.


- Il tuo 2013 come organizzatore?

Quest'anno ho dato più rilevanza all'aspetto del coaching che a quello organizzativo.


- Rivestendo tutti questi ruoli, sei mai stato additato di fare favoritismi come quello di organizzare match facili ai tuoi atleti?

No, mai.


- Pensi che il mondo delle MMA in Italia si sia più evoluto o involuto durante questo 2013?

Gli atleti, oggigiorno, possono contare su di un numero maggiore di eventi di qualità in cui competere. Cosa molto importante è il livello organizzativo raggiunto. Ho, inoltre, visto una crescita qualitativa nei fighters italiani e nella diffusione delle MMA, questo grazie anche al sostegno dei media che, ultimamente, si sono interessati ad Alessio Sakara, l'atleta nazionale di punta e portabandiera dei colori italiani all'estero.


- Da coach cosa vorresti che venisse migliorato per il 2014?

A livello personale, da coach auspico di potermi dedicare maggiormente alla preparazione di sempre più atleti validi da portare alle competizioni e, magari, in futuro, approcciare anche i circuiti stranieri.


- Da organizzatore cosa vorresti che venisse migliorato per il 2014?

Da organizzatore mi auguro una maggiore attenzione da parte degli sponsor in modo da poter contare su di un maggior reperimento di fondi per garantire un valido compenso agli atleti.


- Programmi per il 2014?
Continuare a crescere in ambito agonistico e migliorare ulteriormente sia nel metodo che nella metodologia d'allenamento.

- Quale scegliere e perché tra la IMMAF/ITMMAF la WMMAA di Fedor?

Per il momento preferisco restare a guardare fino a quando le realtà federali non si concretizzano in maniera più definita ed efficace.

- In cosa noi media potremmo cambiare per migliorare l’immagine delle MMA o fare semplicemente una migliore informazione?

Penso che dare maggior rilievo alle realtà locali e nazionali, sia come strutture che come atleti, possa essere un modo per offrire un'immagine più chiara della diffusione delle MMA sul nostro territorio.

- L’arbitraggio ed i giudici sono una discussione continua, ma in pochi, tra atleti e coach sanno cosa significhi fare l’arbitro o il giudice. Credi che atleti, coach e organizzatori debbano provare tali esperienze e quanto dovrebbero essere coinvolti?

Ritengo che sia coach che atleti debbano avere una buona conoscenza delle Common Rules. Purtroppo, non essendoci ancora una realtà federativa concreta ed unica, anche il settore arbitrale ne risente. Qualche anno fa mi è successo di prender parte ad un torneo regionale di una ben nota federazione e scoprire solo a posteriori che la commissione arbitrale era composta da soli due giudici. Personalmente, ho incrementato la mia esperienza pregressa prendendo parte ad uno stage tenuto del celebre arbitro UFC, Dan Miragliotta e continuo a mantenermi aggiornato sulla materia. Le polemiche non fanno bene alla disciplina. Bisognerebbe enfatizzare la valenza arbitrale e l'indiscutibilità di un verdetto, posto che il dovere primario di un arbitro è quello di tutelare l'incolumità di un atleta. Ecco, pertanto, emergere l'importanza di una struttura federale unica presso la quale presentare, eventualmente, un ricorso.

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