mercoledì 27 febbraio 2013

(Edit)Altro fango sulle MMA, mettiamo così tanta paura al calcio?

Ho appena finito di vedere la tanto discussa puntata di "Le regole del gioco: I nuovi gladiatori" e confermo tutte le critiche negative.

Inizio con il titolo "I nuovi gladiatori"...già un titolo come questo associa degli schiavi che combattevano per la sopravvivenza a persone libere, che scientemente fanno sacrifici, economici e fisici, per entrare in una gabbia e fare ciò che piace loro, combattere con un regolamento ben definito, con delle ambulanze fuori dal palazzetto e dei medici e infermieri pronti qualsiasi cosa dovesse andare storto, e per una borsa in denaro. Tutto ciò è lontano dal concetto di “gladiatore”.
Si può dedurre, quindi, che gli autori Michele Astori e Daniele Ongaro abbiano voluto dare un taglio “violento” e negativo alla disciplina e al mondo che ruota intorno ad essa.

Ripropongo poi le critiche giustamente fatte da Fabio Ciolli e Alfredo Achilli, che hanno correttamente sottolineato come certe domande sulla politica, sui tatuaggi, sui simboli, sull’appartenenza a clan simil mafiosi e su possibili precedenti penali, abbiano accentuato quel “taglio” giornalistico diretto a diffamare e a degradare il lavoro di tante persone, uno sport degno di tale nome, al contrario di altri ben più famosi e idolatrati e che paradossalmente è una delle discipline sportive che tutela maggiormente gli atleti.

La testimonianza del tipo incappucciato è ridicola oltre ogni credibilità, sembra montata ad hoc. Avendo lui fatto cenno a situazioni illecite, ed avendolo fatto pubblicamente, sarebbe quindi lecito e legittimo che la Pubblica Autorità avviasse un’indagine su tali dichiarazioni, e chiedesse agli autori della trasmissione nomi e cognomi per verificarne l’attendibilità.

Questo “servizio” è forse peggiore di quell’articolo falso finito sull’eminente e rispettato quotidiano La Repubblica, a mano, sarebbe meglio dire con due dita (ctrl-c) di Paolo Berizzi, in cui allo stesso modo, un fantomatico reduce di incontri clandestini di MMA avrebbe rilasciato delle dichiarazioni infamanti…si è scoperto poi che tale intervista fosse stata copiata da un articolo sulla boxe di ben 20 anni prima…
Tornando agli autori del programma in questione, se non fossero stati faziosi, avrebbero mantenuto un taglio giornalistico e sarebbero anche andati ad intervistare il famoso allenatore, responsabile di mandare i propri ragazzi al macello…avrebbero potuto tranquillamente coprirgli il viso e camuffare la voce. Sarebbe stato più credibile. Perché non fare a quel punto del giornalismo investigativo serio?
Il risultato è un prodotto pensato per spaventare le masse e fare disinformazione, uno di quei prodotti televisivi di cui non c’è assolutamente bisogno.

Perché sarebbe peggiore questa volta? Perché è un programma televisivo che ha anche il podcast, il cui presentatore è lo scrittore del libro da cui Gabriele Salvatores ha inspiegabilmente tratto il suo film in uscita…Il danno mediatico e di immagine è infinitamente superiore.
Noi addetti del settore facciamo tanto per far notare come invece i fighter siano atleti in primis, siano lavoratori, siano uomini che portano rispetto del proprio avversario e parlare in Italia di incontri clandestini come prassi è assurdo…quando è difficile fare le card pagando gli atleti, dando loro delle garanzie di sicurezza con la presenza di medici e paramedici, e visibilità…

Perché un ragazzo dovrebbe scegliere i combattimenti clandestini quindi?

Avevo pensato anche di spendere due parole su Lilin e il suo best-seller, ma credo che siano mal spese. Per chi da giovane dovesse aver letto “I ragazzi della via Paal”, “Cuore” e abbia un minimo, non dico tanto, vissuto fuori dalle mura di casa, in mezzo gruppi di vario genere e specie da bambino e da adolescente, capirebbe che “Educazione siberiana”, non sia altro che un libricino di formazione, mal scritto, e a sentire alcune critiche, anche di pura finzione e senza quelle basi di autobiografia, che Lilin ha venduto così bene.

Chiederò anche a Luca Migliorati e alla Red Rumble, come loro abbiano potuto affiancare il proprio rispettabile nome e marchio, sono i promotori e gli organizzatori di un evento di successo ed estremamente ben organizzato come il Ronin FC, ad un prodotto come questo.


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Aggiornamento al presente editoriale

La Red Rumble(i fratelli Migliorati) mi hanno anticipato e risposto pubblicamente su Facebook. Qui di seguito la loro risposta, che come mi aspettavo, è distante dal pensiero degli autori della puntata.


Caro Andrea, dato che ci hai citato in un articolo pubblico ci sembra doveroso dare una risposta pubblica, il discorso è il seguente: la sera del RONIN 4 sono stato contattato dalla produzione per avere "una mano" per poter fare delle riprese all'interno di una serata di MMA e poter parlare con qualche personaggio conosciuto a livello Italiano (volevano un fighter noto da intervistare, non una federazione precisiamo). Dato che farlo durante il Ronin non era piu possibile e in quel periodo c'era disponibile soltanto il Varese in the Cage, hanno deciso di fare le riprese nel nord Italia. Partendo dal presupposto che con il nostro aiuto o senza il programma sarebbe stato fatto ugualmente (una produzione tv non si ferma certo xche noi non li aiutiamo) , il NOSTRO INTERVENTO RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE la parte del programma girata a Pavia nella palestra di Matteo Piran. Credo che l'intervento e l'approccio allo sport delle MMA di Matteo abbia mostrato un lato sereno e sportivo di questo mondo. QUESTA E' IL NOSTRO APPROCCIO ALLE MMA. Riguardo il resto del programma anche a noi non è piaciuta affatto la dubbia intervista e le inutili allusioni politiche, della quale inoltre non eravamo neanche stati informati. Insomma per quanto in nostro potere abbiamo cercato di dare un contributo positivo al programma...il resto non poteva purtroppo essere sotto il nostro controllo. Un saluto

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Aggiornamento al presente editoriale

Anche il Maestro Alfredo Achilli ha sentito il bisogno di esprimere in modo più dettagliato il suo pensiero:

Non è tanto la storia ridicola degli incontri clandestini, un leitmotiv che sento da anni, per quanto non abbia mai capito in cosa si sostanzi la clandestinità di un incontro (derubricata la 394 c.p. mi sfugge anche l’illiceità in senso lato). Non è certo lo sfoggio di ritratti e motti nostalgisti, un po’ kitsch, ma che personalmente non mi dispiacciono.
E’ quella non troppo vaga aura borderline di cui si vuole tacciare la figura del praticante di MMA, che si vorrebbe fosse necessariamente un pregiudicato (fastidioso anche l’accostamento tra militanza politica e problemi giudiziari), un "violento" (ora definitemi il concetto di violenza, quando non c’è alcuna connessione tra l’uso della forza e la "violazione" di diritti altrui), un disadattato che ha come unica possibilità di riscatto sociale entrare in una "gabbia". E’ stato quanto meno un atto di dabbenaggine parlare di tatuaggi davanti  una persona che ha costruito una carriera vantando tatuaggi di affiliazione mafiosa, tipo "ammazziamo le guardie" (ma in cirillico si può scrivere, poi per una battuta sulle forze dell’ordine si rischia la crocifissione per lesa maestà). Sempre poco opportuno mi è sembrato parlare di risse, di gabbie "da cui non si può uscire", di "regole" di appartenenza .
Non capisco perché persone intelligenti e stimate si siano prestate a questa farsa o non abbiano preteso di visionare il programma prima che andasse in onda o quanto meno non ne abbiano preso le distanze nelle sedi opportune, vuoi costituendosi parte civile (dato che nel programma vengono appalesate, vere o meno, notitiae criminis) vuoi tramite una denuncia ex 589 c.p.
Ed il mio non è tanto uno sfogo fine a se stesso o una forma di "ipocrisia" (come viene detto in una delle interviste), è un voler ribadire, come pensavo dopo più di dieci anni non ce ne fosse alcun bisogno, che i praticanti di questo sport rappresentano una fascia di popolazione perfettamente integrata nel sostrato sociale, se pure definiti “professionisti” spesso portano avanti lavori  normali e sottolineo legali, sovente sono padri di famiglia, hanno un grado di scolarizzazione più alto della media nazionale, portano avanti questa attività come ogni altra attività associativa costituzionalmente tutelata. Rivendico altresì la funzione sociale delle palestre, vuoi di MMA che di qualsiasi altro sport si voglia mettere alla gogna, in un periodo in cui centri di aggregazioni sani sembrano ricordi obsoleti di crociana memoria, ora che non esistono ne’ le vecchie sedi di partito ne’ gli oratori e i ragazzi sono lasciati al totale sbando. Chiedo si riconosca il lavoro svolto dagli allenatori nel dare una formazione culturale oltre che fisica a degli atleti in uno sport fatto di sacrificio e dedizione. Che si capisca che una persona che sale sul ring o entra in una "gabbia" non abbia il tempo materiale di fare feste e risse in giro. Che la natura stessa di questo sport comporti che ogni errore nella vita, ogni lassismo, venga scontato immediatamente e sulla propria pelle una volta sul ring.
 Leggo altri commenti nel web da cui traspare che l’unico problema sarebbe l’inquadramento politico dei praticanti: ora, al di là del fatto che de iure condito la cosa in sè non rappresenti alcun reato specifico, salvo abbarbicarsi a combinati disposti di leggi speciali e disposizioni transitorie (ex XII D.T. è vietata la ricostituzione del DISCIOLTO partito fascista, ora con tutta la buona volontà dopo 70 anni possiamo disegnare tutti i fasci e le svastiche che vogliamo ma non possiamo resuscitare dirigenti e quadri di un partito il cui militante più giovane avrebbe 92 anni), mi preoccupa che menti geniali come quelle degli autori possano influenzare altri geniali pennivendoli e che il fatto di praticare MMA possa arricchire i faldoni di PM pagati per allungare brodi e creare mostri.
Ho chiesto personalmente al VicePresidente della FIGMMA di prendere posizione in merito e spero che lo faccia, leggo l’edit di Migliorati e rimango ulteriormente perplesso dall’atteggiamento tuttavia acquiescente. Mi riservo di chiedere personalmente spiegazioni a Piran non appena ce ne sia modo. Vorrei che le varie federazioni che si piccano di gestire questo sport si preoccupino quanto meno di preservarne l’immagine invece di vederlo come un altro brand per far cassa.

https://www.facebook.com/notes/alfredo-achilli/cosa-realmente-da-fastidio-del-programma-le-regole-del-gioco-i-nuovi-gladiatori/10151259387887541

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Il fighter e coach Matteo Piran, intervistato nel programma, risponde alle polemiche:

La mia è stata una lunga intervista,durata una giornata.Le immagini sono state girate in palestra,ma anche a casa mia,con i miei figli ed il tutto è nato per fare chiarezza sulla " mia " visione delle MMA,come sport sano,serio e praticato " in molti casi " da persone normali, e non da fanatici violenti ed emarginati dalla società civile.
Sono stati molti gli argomenti,tutti trattati con la pacatezza che hai notato nelle immagini che mi riguardavano ed in un contesto discorsivo che tutto avrebbe fatto pensare,tranne che le intenzioni della produzione fossero quelle che si sono palesate nel programma finito.Sono rimasto colpito da come il mio intervento sia stato allontanato dal suo contesto ed inserito al fianco di un "grottesco" racconto su improbabili incontri clandestini o di immagini che tutte le intenzioni avevano tranne che rendere giustizia al nostro amato sport.Chiarisco inoltre che il mio intervento è stato richiesto a titolo personale ed in nessun momento si è parlato di federazioni,politica sportiva etc.Ho avuto modo di parlare lungamente di tutto questo con Alfredo che ha pienamente compreso il senso delle mie argomentazioni.Rimango comunque a disposizione per ulteriori chiarimenti.

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Risponde anche il Vice-presidente della FIGMMA Vito Paolillo:

Ciao, sia io che il Presidente Longo abbiamo visto ieri lo speciale in questione su segnalazione di Alfredo, Fabio e Andrea. Il presidente ha oggi chiamato l'emittente e per comunicare le nostre rimostranze e richiedere una lettera di scuse ufficiali per tutto lo spezzone da 12:10-14:40, il cui contenuto è diffamante per il nostro sport. Abbiamo spiegato loro che quello di cui parlano in quella intervista (su cui nutro ovviamente dubbi di autenticità visti i precedenti con ad esempio l'articolo di repubblica) non è e non deve essere associato alle MMA in quanto non si tratta di MMA, che è uno sport regolamentato e riconosciuto dal CONI.

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